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Parco della Murgia Materana

Ottomila ettari di superficie di murgia materana, il parco è un autentico scrigno di tesori, sia naturalistici che archeologici ed artistici. L’odore del timo selvatico accompagna il volo del falco grillaio e la santoreggia cresce vicino le trincee dei villaggi neolitici. Il profondo canyon della gravina ne delimita il confine e ne amplia il panorama, che diventa maestoso proprio nell’area del parco che fronteggia i Sassi: il belvedere di Murgia Timone. Un’area del Parco con numerose chiese rupestri: Madonna delle tre porte, dove sono ben visibili le opere di furto compiute nel 1962 dal professore tedesco Rudolf Kubesch, San Falcione con una chiesa a doppio abside, risalente all’XI secolo e la Madonna delle Croci, raggiungibile con una breve escursione e che conserva nel suo abside una splendida Madonna in trono del XIII secolo. Stretta fra due burroni, la Gravina e lo Jesce, Murgecchia è un’area molto panoramica del Parco, con villaggi neolitici trincerati, due chiese rupestri e imponenti cave di estrazione della calcarenite, popolarmente chiamato tufo.
- Centro visite del Parco, CEA di Jazzo Gattini. Organizza escursioni guidate alle chiese rupestri. Aperto tutti i giorni dell’anno. Nei mesi invernali dalle 10:00 alle 16;00. Nei mesi estivi dalle 09:30 alle 19:30

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Cripta del Peccato Originale

All’interno di una grotta parzialmente naturale lungo la gravina di Picciano, fra Matera e Miglionico, si nasconde uno dei tesori artistici più importanti del meridione d’Italia: la cosiddetta Cripta del Peccato Originale. Si tratta di un antico luogo di culto che intorno all’832 d.C fu totalmente affrescato ed ancora oggi è possibile ammirare una superficie di quaranta metri quadri di affreschi. Il luogo di culto è di matrice longobarda, ed era conosciuta nella memoria popolare con il nome di “grotta dei cento santi”, per i tanti volti affrescati sulle pareti. La sua precisa ubicazione è stata a lungo sconosciuta fino al ritrovamento del 1963. La parete di fondo rappresenta gli episodi principali della Genesi, fra cui il peccato originale, che dà oggi il nome alla cripta. E’ sconosciuta l’intitolazione originaria pur se dai santi rappresentati sui tre absidi laterali qualcuno propende per “Sant’Angelo e Santa Maria”, con riferimento anche ad un coevo documento. - Visitabile solo previa prenotazione sul sito www.criptadelpeccatooriginale.it

Irsina

Domina la valle del Bradano e regala scorci panoramici di straordinaria bellezza, ad Irsina è facilmente riconoscibile la cerchia muraria che racchiudeva il borgo medievale. Poco prima di entrare in città una rete di canali sotterranei, i cosiddetti bottini, rifornivano la popolazione di acqua sorgiva con un ingegnoso sistema di captazione delle acque. La mole maestosa della cattedrale va apprezzata soprattutto dal retro, con i grandi pilastri che ne sostengono il presbiterio. Al suo interno è celebre una statua in pietra attribuita recentemente ad Andrea Mantegna da alcuni o a Pietro Lombardo da altri. La piacevole passeggiata in paese termina presso il vecchio convento di San Francesco, che oggi ospita il Museo Archeologico Janora, con il celebre Cratere di Bellerofonte, del IV secolo a.C, e che offre la possibilità di visitare la cripta della chiesa di San Francesco con affreschi di trecenteschi di pregevole fattura. - Museo Janora: aperto dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00. Chiuso la domenica pomeriggio.
- Bottini e cripta di San Francesco. Visitabili solo su prenotazione contattando la cooperativa Arenacea al numero 0835 518330
- Cattedrale di Irsina. Orari di apertura saltuari e scostanti.

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Miglionico

Su una collina fra le Murge e la valle del Basento, affacciato sul lago si Dan Giuliano, svetta il piccolo borgo di Miglionico. Ad accogliere il visitatore è la mole del Castello del Malconsiglio, dove nel 1485 si svolse l’episodio centrale della Congiura dei Baroni, un vasto movimento con cui i nobili meridionali si ribellarono alla corona aragonese e che è magistralmente descritto con un allestimento multimediale all’interno del castello. La Congiura non riuscì nell’intento e l’epilogo fu il rafforzamento della corona aragonese. Nella chiesa madre del paese è invece conservato uno straordinario Crocifisso ligneo di Padre Umile da Petralia, dove le ferite e le sofferenze di Cristo sono espresse con assoluto realismo. Di fianco, spicca uno dei maggiori capolavori dell’arte presenti in Basilicata: il Polittico di Cima da Conegliano, già esposto nella chiesa di San Francesco, con le figure dipinte con prospettiva dal basso per renderle più imponenti e con lo sfondo delineato da dolci paesaggi collinari. - Castello e percorso multimediali visitabili solo su prenotazione al numero della ProLoco 3801814136
- Chiesa madre normalmente aperta di mattina fra le 10:00 e le 13:00.

Ferrandina

Una distesa infinita di ulivi preannuncia la città di Ferrandina. Sono olive di varietà majatica, ottime per produrre “l’oliva infornata”, ottenuta con la lenta disidratazione delle olive, in modo da mantenere spessa la loro polpa. Sopra al paese svetta la cupola settecentesca della chiesa di San Domenico e poco più avanti si apre lo slargo di Piazza Plebiscito, su cui si affaccia la chiesa madre ed una targa ci ricorda come la tradizione voglia che il paese sia stato fondato nel 1494 da Re Ferrante d’Aragona (cui la città deve il nome), in seguito ad un terremoto che distrusse la vicina città di Uggiano, da dove gli abitanti furono trasferiti. Più probabilmente Uggiano è l’antico nome di Ferrandina, che fu ricostruita nello stesso luogo, cambiando il nome in onore del contributo regio alla ricostruzione. Il Castello sorgeva quindi già fuori dal paese, su un colle dove è ancora possibile vederne i ruderi; è noto come Castello di Uggiano e pare di fabbricazione trecentesca. - I ruderi del Castello di Ungiamo ricadono in proprietà privata e non sono visitabili

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Montescaglioso

A metà strada fra Matera ed il mare svetta il comune di Montescaglioso. Pur se frequentato già in epoca classica, come attestato da numerosi reperti di epoca magnogreca, il suo monumento più importante è di epoca medievale: la grande Abbazia di San Michele. Fondata in epoca normanna, è stata ampliata nelle attuali forme in epoca rinascimentale ed abbandonata nel Settecento. Due grandi chiostri aprono il passaggio verso gli ambienti un tempo adibiti a cucine e refettorio. Il piano superiore conserva gli ambienti della vecchia biblioteca, sulle cui pareti sono stesi affreschi cinquecenteschi in stile grottesque dalla simbologia ermetica e con chiari rimandi alchemici. Nel sottosuolo è ricava una impressionante cava a pozzo utilizzata come cisterna ed una profonda cantina. Sulle pendici meridionali del paese si apre la difesa San Biagio, un territorio che si presta ad escursioni, come la parte meridionale del Parco delle Chiese rupestri che ricade in territorio di Montescaglioso, come il vallone della Loe. - L’Abbazia è aperta tutti i giorni. Mattina 10:00-13:00 e pomeriggio 15:00-17:00 (in estate chiude alle 19:00)

Bernalda

La città che ha dato i natali ad Agostino Coppola, nonno del celebre Francis Ford Coppola, è un’elegante centro della costa jonica. Occupa le prima alture che si incontrano nella valle del Basento provenendo dal mar Jonio. Fu fondata da Bernardino de Bernaudo (da cui il nome) nel 1494, trasferendovi la popolazione del vicino casale di Camarda, e dunque presenta un impianto urbanistico costruito a tavolino e ben diverso dalle strutture urbanistiche degli altri centri storici della regione. Strade diritte, larghe, parallele e perpendicolari formano una ordinata scacchiera che volge verso l’antico e precedente castello. Nel corso dell’Ottocento la borghesia locale ampliò la città dotandola di un grande asse viario, l’attuale Corso Umberto I, di assoluta magnificenza date le piccole dimensioni della città, su sui si svolge la vita sociale del paese. Il grande stabile del serbatoio dell’acquedotto, all’epoca simbolo di modernità, accoglie le persone che vi arrivano dal mare.

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Pisticci

Le maioliche disposte sulla cupola della chiesa madre brillano da lontano, sin dalla valle del Basento. Il territorio è suggestivo, con le rughe dei calanchi che affondano nel suolo. Proprio la natura del colle ha causato alcune disastrose frane, come quella del 1688, a seguito della quale fu costruito il rione Dirupo, con caratteristiche casette bianche monofamiliari. Dalla novecentesca chiesa di San Rocco, opera dell’architetto pisticcese Ernesto Lapadula (autore a Roma di importanti palazzi dell’EUR), si lascia il rione Dirupo e si sale verso il corso principale del paese, sempre animato. Presso la valle del Basento sorge l’area industriale, fra cui spicca l’opificio destinato alla produzione del locale e celebre Amaro Lucano, oggi arricchito da un percorso multisensoriale “Essenza Lucano” Poco lontano dal paese sorge la chiesa della Madonna del Casale e l’annesso convento. In direzione del mare si raggiunge Marconia, popolata frazione di Pisticci, creata durante il Fascismo e così chiamata in onore di Guglielmo Marconi, dove nel periodo estivo si svolge nel cineparco Tilt il Lucania Film Festival.

Il Paesaggio dei Calanchi

Il paesaggio dei calanchi ci accompagna per tutta la collina materana. Un paesaggio sterminato e suggestivo, un’unico colore dominante, con le rughe delle alture prive di vegetazioni ed imponenti colline che affondano nelle valli. I calanchi sono formazioni geologiche che presentano forti schemi erosivi, con profondi solchi e assenza di vegetazione. Si formano prevalentemente su suolo argillosi, piuttosto ripidi ed esposti a meridione. Queste circostanze rendono facile l’erosione alle acque piovane, specie quando cadono in abbondanza, che così vi scavano profondi solchi. Sono suoli non coltivabili e che presentano scarsa vegetazione non per assenza di pioggia ma per le dinamiche idrogeologiche sovradescritte. Molto instabili, cambiano continuamente forma e sono soggetti a frequenti frane. Nei pressi di Montalbano Jonico è loro dedicato un Parco naturale, di grande interesse naturalistico e geologico.

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La Costa Ionica

Quaranta chilometri di mare limpidissimo, spiagge dorate, e una natura incontaminata, e in più tanta storia, arte e cultura: è la Basilicata del Mar Jonio, un tratto di costa compresa tra Metaponto, al confine con la Puglia, e Nova Siri con la Calabria. Sulla costa si alternano lunghi tratti di spiaggia ben attrezzata (diverse negli anni le Bandiere Blu e Verdi assegnate) per l’attività di balneazione e per praticare gli sport acquatici, ad angoli completamente intatti e selvaggi. Sabbia sottile e acque cristalline, molto adatte anche ai giochi dei bambini, zone di grande pregio naturalistico, con una fauna ricchissima e tutta da scoprire, luoghi di grande interesse storico con importanti vestigia di un passato glorioso che affonda le sue radici nella Magna Grecia.
I Greci furono stregati dalle sue distese di sabbia color oro e dalla fertile piana circostante. Metaponto custodisce tanti segni del suo antico splendore. Il museo archeologico ospita più di 2 mila reperti attraverso cui è possibile ripercorrere le fasi della vita dell’antica Metapontum: dalla preistoria fino al periodo tardoantico. Sembra di tornare ai tempi di Pitagora, filosofo, matematico, astronomo, che in questa località decise di fondare una scuola. Tornando sul mare, meritano una visita le splendide spiagge di Marina di Pisticci: San Basilio, San Teodoro e Macchia, adatte per chi cerca quiete e relax. Proseguendo ancora, si incontra la foce del fiume Covone e si arriva a Scansano Jonico; da non perdere la spiaggia di Terzo Cavone, frequentata da artisti e creativi. In una sequenza ininterrotta di spiagge sabbiose si arriva a Policoro, uno dei lidi più celebri e frequentati della Basilicata Jonica. Qui i fondali sono più profondi rispetto a quelli di Metaponto, il mare e le spiagge sono così accoglienti da essere stati eletti a luogo di nidificazione da alcune specie di tartarughe, tra cui la Caretta-caretta. Da visitare la Riserva Regionale Oasi del WWF Bosco Pantano di Policoro ultima testimonianza di un’incantata foresta di latifoglie. Ancora più a sud dopo il breve e suggestivo tratto di Marina di Rotondella, la costa lucana termina con Marina di Nova Siri, con un’offerta ricettiva e turistica di elevata qualità.

Magna Grecia

L’intero arco jonico lucano fu interessato fra il VII ed il III secolo a.C. dall’afflusso di genti provenienti dalla Grecia, che vi fondarono importanti colonie. Gli achei fondarono Metaponto, fra le foci del Bradano e del Basento, gli abitanti di Colofone fondarono Siris, nei pressi della foce del Sinni. Metaponto aveva una forte funzione anti-tarantina. Taranto era infatti una colonia spartana e Sibari, colonia achea, voleva un avamposto a bloccarne l’avanzata. Quell’avamposto fu Metaponto, che godette di uno straordinario sviluppo economico grazie ad estese coltivazioni agricole, eccellenti produzioni ceramiche e un fiorente commercio. Pitagora, il celebre filosofo e matematico vi trascorse gli ultimi anni di vita ed un giovane del luogo, Alessidamo, vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi nel pugilato. Numerose celebri figure dell’antichità vi hanno soggiornato: Cicerone, Ottaviano Augusto, Marco Antonio, Spartaco. Con la conquista romana perse molto della sua ricchezza, finché in epoca tardoantica era ormai totalmente abbandonata, e fu risucchiata dalla palude. Solo con gli scavi degli anni Sessanta le sue vestigia sono tornate alla luce ad esclusione della Tavole Palatine, che sorgendo in luogo un poco elevato si sono preservate dall’impaludamento. - Museo di Metaponto Aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 20:00, il martedì chiuso la mattina.
- Area Archeologica di Metaponto. Per informarsi 0835 745327

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